Giovanni Battista Pittoni

San Domenico
1730 circa
Il dipinto, realizzato da uno dei più rappresentativi pittori veneziani del Settecento, fu probabilmente commissionato dal principe vescovo Domenico Antonio Thun (1730-1758) all'inizio del suo episcopato. Nell'inventario del Castello del Buonconsiglio, redatto nel 1776, è segnalato "nella Cancelleria vescovile ... un quadro con cornice indorata rappresentante l'effigie di S. Domenico di buon pennello", identificato con l'opera in esame, anche per il significato patronale che l'immagine del santo assume nei confronti del committente. San Domenico è rappresentato in atteggiamento quasi estatico, con lo sguardo rivolto verso l'alto, mentre regge con le mani il libro delle Sacre Scritture, una corona del rosario, con riferimento all'invenzione della relativa preghiera, attribuita al santo stesso, un cero e un giglio, simboli rispettivamente di fede ardente e purezza. La presenza, in basso, del globo terrestre e di una torcia accesa allude al sogno profetico fatto dalla madre, relativo alla nascita di un bimbo – Domenico - che avrebbe infiammato il mondo con la sua parola.

olio su tela; cm 98,5 x 80,5
Trento, Museo Diocesano Tridentino, inv. 4184
provenienza: Trento, Palazzo Arcivescovile; già Trento, Castello del Buonconsiglio