Storia di Palazzo Pretorio
L' edificio nel quale ha sede il Museo Diocesano Tridentino, comunemente denominato Palazzo Pretorio, fu dall'Alto Medio Evo residenza dei Vescovi di Trento. In epoca imprecisata, tra IX e X secolo, la basilica cimiteriale di San Vigilio assunse la funzione di cattedrale cittadina, ruolo assegnato in precedenza all'"ecclesia intra civitatem" di cui parla la Passio Sancti Vigilii, ubicata nell'area della chiesa di Santa Maria Maggiore. Fu allora che la residenza vescovile venne trasferita dalla sua sede più antica all'area compresa tra i resti della Porta Veronensis e la testata della basilica vigiliana: qui fu eretto il "palatium episcopatus", dotato di una propria cappella dedicata ai Santi Biagio e Lucia. L'edificio si componeva presumibilmente di una serie di case murate e cortili.
Intorno al 1255 Egnone di Appiano trasferì la residenza vescovile nella fortezza del Buonconsiglio. Iniziò così il progressivo abbandono dell'antico "palatium episcopatus", adibito parzialmente a sede della Corte di Giustizia e del pretore. Nel 1533 Cristoforo Madruzzo cedette la parte verso la Torre di Piazza al Monte di Pietà che, a sua volta, subaffittò il secondo piano ai consoli della città e al Collegio dei dottori. Nel 1676 Sigismondo Alfonso Tuhn promosse il restauro dell'edificio, unificando la facciata che perse l'originaria configurazione romanica, ripristinata dopo un radicale restauro negli anni Cinquanta del secolo XX. Nel 1963 il palazzo venne adibito a sede stabile del Museo Diocesano Tridentino.